Sa-shi-su-se-so: la regola della cucina giapponese 11 Marzo 2022

 

Sa-shi-su-se-so è una filastrocca giapponese per imparare l’arte della cucina orientale, legata ai cinque condimenti essenziali.

Questo acronimo giapponese identifica perfettamente stile e impostazione base della cucina del Sol Levante: 5 parti sta per i 5 condimenti più popolari che puoi trovare facilmente in ogni piatto autentico:

SA > Sato (砂糖) > Zucchero

SHI > Shio (塩) > Sale

SU > Do (酢) > Aceto di Riso

SE > Seuyu (醤油) > Salsa di soia

SO > Miso (味噌) > Miso

La regola pratica è aggiungere questi ingredienti nel loro ordine preciso (sa-shi-su-se-so) per ottimizzare i loro sapori. Questo perché alcuni condimenti non si amalgamano bene se non vengono aggiunti correttamente; per esempio, l’aggiunta di zucchero dopo la salsa di soia farà oscurare la dolcezza della salsedine della salsa. Gli ingredienti termolabili (alterabili al cambiamento di temperatura) vengono aggiunti per ultimi, in modo da mantenere inalterato sapore e proprietà organolettiche. Oltre a questo, gli ultimi due ingredienti SALSA di soia e miso -aggiungono anche un piacevole aroma al piatto, bilanciato con gusto deciso e delicato gli altri ingredienti precedentemente utilizzati.

Naturalmente, l’aggiunta di sakè o mirin alla cucina giapponese è una tradizione di lunga data nella cultura del washoku. A causa del suo sapore leggermente dolce, si consiglia di aggiungere prima il sakè al piatto.  Tuttavia, se stai usando il mirin, che è un condimento a bassa gradazione alcolica (5%) puoi aggiungerlo come ultimo passaggio.

Un altro condimento popolare utilizzato nella cucina giapponese è il dashi, un brodo (a base di alghe e pesce secco) liquido o in polvere, che aggiunge un distinto sapore di umami ai piatti. Simile al sakè, il dashi è uno dei primi ingredienti da addizionare alla preparazione. In questo modo, il tuo piatto può iniziare ad assorbire alcuni di questi sapori ricchi e salati prima di aggiungere i tuoi ingredienti sa-shi-su-se-so.

« Noodles House il ristorante coreano a Milano.
Obesità infantile e sovrappeso: in Italia si arriva al 30%   »