Basta con la pasta! 12 Maggio 2021 – Tags: alimentazione giapponese, benessere, dieta, dieta mediterranea, Giappone, obesità infantile
La dieta migliore? Quella made in Japan
Si è a lungo discusso su quale sia la migliore filosofia alimentare da adottare nelle nostre vite, fino ad arrivare all’indiscusso primato della dieta mediterranea. Purtroppo, negli ultimi anni l’Italia, regina di questo modello nutrizionale, sta registrando il più alto tasso in Europa per obesità infantile. Questo dato ci porta ad una riflessione e a rivedere alcuni dei principi della dieta ispirata alle abitudini alimentari di Spagna, Italia e Grecia negli anni ’60.
Una filosofia alimentare da prendere ad esempio arriva dal Giappone, con un tasso di obesità tra i più bassi del mondo. Tra i benefici più importanti derivanti da questo dato c’è quello legato alle aspettative di vita, decisamente più lunghe rispetto ad altri paesi e la salvaguardia da malattie che possono essere legate all’alimentazione come il diabete di tipo 2 o quelle legate al cuore.
Tra le caratteristiche principali dell’alimentazione giapponese troviamo il grande consumo di pesce, preferito alla carne, l’utilizzo di verdure soia e alghe e il tè verde che accompagna ogni pasto. Anche la frutta è un cibo presente sulle tavole giapponesi ma solo quella a basso contenuto di zuccheri. A concludere questa dieta pochi grassi e poche proteine animali. La soia e il pesce in particolare difendono il corpo da malattie cardiache, mentre il tè verde grazie alle sue proprietà può proteggere dal morbo di Alzheimer, dal morbo di Parkinson e da alcuni tipi di cancro.
Un’altra caratteristica dell’alimentazione giapponese è quella della moderazione flessibile. La trasgressione è concessa solo se rappresenta un’eccezione. Quindi via libera a dolciumi e snack ma solo in piccole quantità e di tanto in tanto.
La portata principale rimane il riso, che accompagna proteine e verdure.
La Shokiuku(educazione alimentare) è addirittura una materia studiata a scuola in Giappone. Protetta dalla legge e supportata dai genitori, insegnanti e personale scolastico, questa alimentazione sana non è solo insegnata ma praticata. Ad esempio, a livello di scuola primaria, i genitori sono invitati a pranzare con i propri figli, i bambini non solo mangiano ma sono coinvolti anche nella pianificazione e nella preparazione. L’obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza delle scelte alimentari e incoraggiare lo studio sulla sostenibilità e sulla provenienza dei cibi.
Un esempio tipico di “ichiju sansai “(pasto bilanciato), consiste in una zuppa, tre contorni e riso. Come contorno, oltre alle verdure, è considerata anche la porzione di pesce (ca 80g). Ad arricchire il piatto la radice di loto (50g)e magari degli spinaci sbollentati, conditi con olio di sesamo e aceto di riso, un po ‘di tofu aromatizzato con zenzero e salsa di soia.
Questo pasto può essere consumato a qualsiasi ora del giorno.
In realtà, una colazione giapponese si basa sull’improvvisazione e sulla variazione. Al di là delle regole e dei suggerimenti più elementari – ci deve essere il riso, dovrebbe esserci una zuppa – il resto dipende interamente dal gusto personale; purché si attesti sull’ asse salato/acido.
Un altro segreto del perché la dieta giapponese sia così benefica è il modo in cui i giapponesi servono il cibo. I piatti sono sempre molto piccoli, alcune pietanze vengono servite in ciotole, mentre altri sono spesso serviti in comune e mangiati a rotazione.
Riassumendo: piccole quantità, grande qualità, mangiare meno, ma mangiare meglio.